L'accordo Governo
Sindacati
la Stampa - 13-10-2006
IL TESTO FIRMATO DA PRODI,
PADOA-SCHIOPPA, DAMIANO, EPIFANI, ANGELETTI E BONANNI
Riforma
delle pensioni. I dieci punti dell'intesa tra governo e sindacati.
Si passerà al sistema contributivo pieno. Aumento dell'età pensionabile e
disincentivi
ROMA,
4/10/2006
Un decalogo per la riforma
delle pensioni. Asciutto, ma molto preciso: due pagine e qualche riga, 9
capitoletti in tutto e 10 punti finali che indicano un tracciato ben preciso.
Nell'ultima pagina sei firme, tutte molto pesanti: quella del presidente del
Consiglio Romano Prodi, dei ministri dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa e del
Lavoro Cesare Damiano e dei tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil,
Epifani, Bonanni ed Angeletti. E' il testo del «Memorandum d'intesa» sulla
previdenza siglato nei giorni scorsi a palazzo Chigi che detta «obiettivi e
linee di una revisione del sistema previdenziale» come recita il titolo del
documento che La Stampa ora è in grado di illustrare in dettaglio. Il cuore dell'intesa,
che come prima cosa dovrebbe servire a superare lo «scalone del 2008»
introdotto da Maroni, è rappresentato dal punto «4», quello dedicato al
completamento della riforma. Che «terrà conto del cambiamento del quadro
demografico ed economico determinatosi dopo la riforma del 1995», ben sapendo
che «il forte aumento dell'aspettativa di vita e la flessibilità e precarietà
del mercato del lavoro hanno determinato condizioni nuove che si riflettono sul
sistema previdenziale». Una frase che dice già molto, che segna un punto: che
può voler dire sia il ricalcolo dell'importo degli assegni futuri sia un
inevitabile allungamento dell'età pensionabile. Dal confronto Padoa-Schioppa si
aspetta «impegni ben precisi», «risultati importanti», in grado di stabilizzare
definitivamente il sistema al punto da non dover più richiedere nuovi
correzioni per molti anni a venire. Il dato di partenza sono, ovviamente, le
riforme introdotte a partire dagli anni '90, che hanno introdotto i primi
meccanismi in grado di garantire la sostenibilità finanziaria nel lungo periodo
e introdotto quel sistema di tipo contributivo, incentrato su un primo pilastro
pubblico a ripartizione ed un secondo a capitalizzazione che ora si cerca di
consolidare. I primi risultati ottenuti sono giudicati «significativi» sia dal
governo che dalle confederazioni. Però «alcune importanti problematiche non
hanno ancora trovato soluzione» e quindi occorre intervenire. Innanzitutto
sulla fase di transizione della riforma «assicurandone la sostenibilità finanziaria»
e quindi sul «rapporto tra generazioni» per ridurre squilibri e privilegi.
«Faremo tutto con «gradualità - ama ripetere il ministro Damiano -. Senza
strappi». Tanti problemi, diverse soluzioni. «L'aumento dell'aspettativa di
vita - è scritto nel Memorandum - sollecita soluzioni che diano la possibilità
di continuare a svolgere un'attività di lavoro. Ciò richiede una coerente
politica articolata su molteplici piani: lavoro part-time, formazione, un
mercato del lavoro meno ostile ai lavoratori più anziani, ecc.». Per il sistema
pubblico «la regola» deve essere il «pensionamento flessibile», con incentivi
in grado di favorire «la prosecuzione volontaria dell'attività lavorativa di
uomini e donne». L'impegno sottoscritto da governo e sindacati, prevede, come è
noto che la trattativa si apra il primo gennaio 2007 e si concluda «con un
accordo» entro il 31 marzo. Tempi blindati, insomma, nessuno spazio per fare
melina. Tre gli obiettivi da raggiungere in contemporanea: equità sociale e
sostenibilità finanziaria, miglioramento delle prospettive per giovani e
garanzia per tutti gli anziani di pensioni di importo adeguato. Dei 10 punti
che sintetizzano le linee guida, il primo riguarda il sistema contributivo. Che
andrà applicato in maniera piena per assicurare «sostenibilità» nel medio e nel
lungo periodo e accompagnato dal «rafforzamento di criteri che legano l'età di
pensionamento all'importo della pensione, tenendo conto della dinamica
demografica ed economica e salvaguardando la flessibilità nell'accesso alla
pensione» come previsto dalla Dini. Per quanto riguarda il sistema retributivo
si dovrà prevedere un «aumento della possibilità di scelta basato sulla
flessibilità dell'età di pensionamento, incentrato su misure che favoriscano
l'allungamento della permanenza nel mercato del lavoro». Quindi si punta a
superare il divieto di cumulo per gli anziani ma anche ad assicurare assegni
«più adeguati» rivalutando i trattamenti in essere, ad estendere tutele sociali
e contributive a favore dei giovani precari, ma anche a superare i tanti
«privilegi» che ancora esistono. A fianco del pieno decollo della previdenza
integrativa (anche per i pubblici) ed al completamento dell'armonizzazione del
sistema contributivo per tutte le categorie, il memorandum prevede anche l'avvio
del processo di riordino e razionalizzazione degli enti previdenziali (il
Tesoro punta ad arrivare in tempi brevi ad un ente unico) e azioni di contrasto
dell'evasione contributiva. Impegni precisi, messi nero su bianco. Che
vincolano il governo ed i sindacati. E che faranno del 2007 l'anno delle pensioni.
Da http://www.didaweb.net/fuoriregistro/
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