ROMA — Fioroni ha deciso. La maturità dovrà diventare un esame più autorevole.
Inevitabilmente un po’ più selettivo. Ben difeso dagli attacchi dei
«diplomifici». L’8 agosto presenterà al consiglio dei ministri un disegno di
legge. Se c’era qualche dubbio sull’opportunità di mettere mano a una riforma,
magari non rivoluzionaria, una visita ad una delle scuole dove era in corso
l’esame lo ha sciolto definitivamente. «Dov’è il presidente?» chiede e richiede
il ministro, nel suo tour tra le (numerose) commissioni. «In giro» gli
rispondono da più parti. Alla fine lo trova,ma ci vuole una perlustrazione
dell’istituto. E lì Fioroni fissa un primo punto: basta con un presidente per
scuola, visto che non deve fare il notaio ma controllare, candidato per
candidato, che l’esame sia regolare, insomma abbia più dignità. Il resto è
venuto da sé, seguendo la stessa logica: commissioni composte da docenti
interni ed esterni, come avveniva prima della riforma Moratti, scrutinio di
ammissione come era in uso prima di Berlinguer e tante altre cose. Il disegno
di legge andrà in Senato. È la strada meno agevole. Ma il ministro conta su
un’apertura di dialogo mostrata da alcuni settori dell’opposizione.
COMMISSIONI —
A partire dal giugno 2002, per volontà del ministro Moratti, sono stati
introdotti nell’organizzazione dell’esame di Stato sia il presidente unico,
ovvero uno per scuola — quindi anche in presenza di decine di commissioni — sia
la commissione composta interamente dai docenti della classe. La proposta di
Fioroni ripristina la commissione mista, varata da Berlinguer nel giugno 1999,
e prevede un presidente per ogni commissione. La componente esterna della
commissione ritorna così maggioritaria.
AMMISSIONE —
Con la riforma Berlinguer è stato eliminato il «filtro» dello scrutinio di
ammissione. Fino al giugno ’98, il tasso dei non ammessi variava tra il 5 e il
7 per cento. La percentuale dei respinti oggi piuttosto contenuta potrebbe
aumentare. Forse fino al 10 per cento. Per essere ammessi sarà necessaria la
sufficienza in ciascuna disciplina dell’ultimo anno e anche il saldo di
eventuali debiti formativi, i cosiddetti «sei rossi». «I debiti vanno saldati »
ha ripetuto in più occasioni il ministro. Il problema è che i ragazzi
«insolventi» sono tanti: secondo l’ultima rilevazione del Miur (2003-4) gli
ammessi al quinto anno con debito superano il 30 per cento, con punte del 39 ai
professionali. Fino a ieri sono stati tutti ammessi alla maturità. E domani? Il
messaggio di Fioroni è chiaro: i ragazzi dovranno impegnarsi di più e le scuole
organizzarsi meglio con i corsi di recupero.
CREDITO FORMATIVO — Sostenuto dalle principali associazioni professionali dei docenti, il
ministro Fioroni intende rivalutare il credito formativo, cioè il profitto nel
triennio. Nel punteggio finale il peso del credito sale da 20 a 30 centesimi a scapito dell’orale, che scende da 35 a 25.
Giulio
Benedetti
31 luglio 2006
Da http://www.corriere.it/