Da Bush a Fioroni, via De Mauro. "Un vero
servizio pubblico non lascia indietro nessuno", ha ripetuto il
ministro dell'istruzione Fioroni nell'intervista rilasciata al
"Corriere della Sera" venerdi' scorso.
Lo aveva gia' detto in occasione della sua partecipazione alla marcia di
Barbiana, subito dopo la nomina a
ministro dell'istruzione.
Un'affermazione emblematica, che potrebbe
contrassegnare il suo mandato. Ma anche un'affermazione
che andra' verificata alla luce della concreta
interpretazione che Fioroni ne dara' sul piano delle scelte
concrete.
L'espressione, infatti, non e' nuova, ed e'
stata impiegata in contesti e con significati diversi.
"No child left behind" (nessun bambino va
lasciato indietro) fu, nel 2001, al tempo della sua prima elezione,
il programma di politica scolastica lanciato dal presidente George W.
Bush, poi trasformato in una legge federale approvata dal Senato
americano con una larga maggioranza bipartisan.
Questa
legge, tuttora in fase di implementazione, ha
comportato una serie di incentivi per le scuole, mirati
al miglioramento degli standard di apprendimento degli
allievi, ma anche la chiusura delle scuole che questi
standard non riuscivano a migliorare.
Un'espressione simile l'ha adottata anche Tullio De Mauro, che dopo la conclusione
della sua esperienza di ministro, e in polemica con le intenzioni
dichiarate dal nuovo governo di centro-destra (si profilava il
"doppio canale" in uscita dalla
terza media), ha lanciato l'associazione
"nonunodimeno": in questo caso l'obiettivo era quello di
combattere contro la canalizzazione precoce dei destini scolastici e
sociali dei giovani, mantenendoli il piu' a lungo possibile
in un contesto educativo comune.
Da TuttoscuolaNEWS n. 250 - lunedì 19 giugno 2006