ROMA - Non la laurea, ma una raccomandazione e "la
conoscenza giusta" aiutano lo studente a trovare lavoro. E' quanto pensano
sette matricole su dieci, secondo un'indagine del mensile "Campus" su
un campione di mille giovani che stanno per intraprendere il cammino accademico
e dichiarano di aver scelto il corso di laurea con motivazioni molto lontane
dall'interesse personale.
Una buona raccomandazione è la migliore soluzione per il 72 per cento degli
intervistati, con punte del 93 per cento al sud. Quel che conta per avere la
carriera spianata sono le conoscenze giuste (63 per cento), oppure essere figli
di professionisti o imprenditori (58 per cento).
Il sondaggio interroga gli studenti anche sui criteri di scelta dell'ateneo e
della facoltà, ma anche in questo caso le risposte degli studenti non sono
legate a motivazioni di carattere professionale: il 27 per cento delle
matricole dice di aver scelto l'ateneo in relazione alla vicinanza a casa, il
22 per cento si è basato sul costo dell'iscrizione oppure ha assecondato le
pressioni dei genitori (17 per cento), tanto che 23 studenti su cento scelgono
il corso in base alla tradizione di famiglia. Si predilige la facoltà
considerata "facile" nel 32 per cento dei casi, quando non
addirittura quella più "trendy", gettonata dal 18 per cento. Una
matricola su quattro si iscrive semplicemente perché non ha idea della strada
da intraprendere o perché non c'e lavoro (21 per cento).
Lavorare per pagarsi gli studi? Il 64 per cento non ne vuole sapere, per il 39
per cento delle matricole intervistate l'età giusta per avviarsi al lavoro è
intorno ai 30 anni o al massimo 28 anni. Insomma, si studia perché non c'è
lavoro, ma per iniziare a rimboccarsi le maniche c'è sempre tempo.
(7 settembre 2005)
Da
http://www.repubblica.it/2005/