Istituti neo-tecnici o Licei?
Le novita' nell'assetto curricolare dei licei,
soprattutto di quelli tecnologici, introdotte nell'ultima versione del decreto
legislativo sul secondo ciclo sono di tale rilevanza e consistenza da far
sorgere il dubbio che il governo sia andato, con questa operazione, addirittura
al di la' delle richieste di valorizzazione della cultura
tecnica ripetutamente avanzate nelle scorse settimane da Confindustria e da
altre 15 organizzazioni dei datori di lavoro.
Per rendersene conto basta leggere i nuovi quadri orari, e le relative discipline,
consultabili nel sito del MIUR (www.istruzione.it),
assieme al testo del decreto e ad altri documenti: il peso orario dell'area
tecnica č diventato preponderante.
Certo e' che il progressivo processo di ricostituzione di una ben precisa e
visibile area tecnica (o vocazionale", un anglicismo che significa
letteralmente "professionale") all'interno del sistema di istruzione č
approdato ad un esito che un anno fa - all'inizio del confronto sulla struttura
e sui contenuti degli otto licei previsti dalla legge n. 53/2003 - sarebbe
stato imprevedibile.
Da
una prima ipotesi che contemplava in pratica la non articolazione in indirizzi del
liceo tecnologico (e anche di quello economico), in nome della piena e compiuta
licealizzazione di questi percorsi, si e' passati a
un modello che prevedeva per il liceo tecnologico otto indirizzi, con un'area
di discipline tecniche specifiche di 330-363 ore annue nel triennio, per poi
passare, nell'ultima e definitiva versione, a nove indirizzi (č stato aggiunto
quello grafico), con un eclatante incremento dell'area tecnica, salita fino a
ben 561 ore annue. E senza quelle alternative opzionali che comparivano nella
versione intermedia, e che la rendevano pių flessibile e personalizzabile.
A questo punto c'e' davvero da chiedersi se siamo in presenza di licei oppure
di veri e propri istituti tecnici, o neotecnici, inseriti nel "sistema di
istruzione" solo per sottrarne il governo strategico alle Regioni.
L'impressione e' che il "doppio canale" sia stato realizzato tutto, o
quasi, all'interno del sistema liceale, e che per il "sistema di istruzione
e formazione" non ci siano reali chances competitive: una scuola per
studiare (i licei), una scuola per lavorare (istruzione e formazione
professionale). Quasi come un viaggio indietro nel tempo, a prima del 1962,
quando c'erano la media e il liceo da una parte, l'avviamento professionale
dall'altra.
TuttoscuolaNEWS
n. 216 - lunedė 24 ottobre 2005
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