La
Lega ci riprova: graduatorie docenti legate alla residenza
La
Tecnica della scuola - 12-01-2010
di Alessandro
Giuliani
La
proposta di escludere gli aspiranti prof provenienti da fuori sarebbe già stata
presentata sottoforma di ddl sottoscritto da tutti i parlamentari del
Carroccio. Probabilmente d'accordo anche parte delle Regioni e dei sindacati.
La
Lega Nord torna all'attacco delle graduatorie degli aspiranti docenti cercando
di imporre dei paletti regionali sempre più alti: dopo aver di fatto bloccato
il ddl Aprea, quando sembrava destinato a trasformarsi in legge senza intoppi,
il partito simboleggiato dal Carroccio fa sapere attraverso Mario Pittoni,
capogruppo del Carroccio in commissione permanente (istruzione pubblica, beni
culturali) al Senato, che tutti i parlamentari della Lega hanno sottoscritto un
disegno di legge attraverso cui vorrebbero introdurre il requisito della
residenza per poter accedere alle liste di attesa per diventare prof.
Il certificato di residenza diverrebbe in pratica, almeno nelle intenzioni
della Lega, un vero e proprio passepartout per entrare a far parte di albi di
supplenti esclusivamente regionali: per chi non sarà in possesso della
residenza (che per legge, è bene ricordarlo, deve corrispondere al principale
"centro di interessi" del cittadino) niente da fare. Così le
graduatorie che garantiscono più possibilità di lavorare rimarrebbero
territorio di pochi eletti (del posto o trasferiti stabilmente).
Indubbiamente si tratta di una proposta che, qualora andasse in porto,
riuscirebbe a "risolvere alla radice" il problema della migrazione
estivo-autunnale di cui ogni anno si rendono protagonisti giovani e meno
giovani laureati del sud a caccia di una cattedra (quasi sempre provvisoria) al
settentrione. Districando anche, in un colpo solo, il nodo legislativo
derivante da corsi e ricorsi sulla laicità del Miur di posizionare in fondo
alla graduatoria un aspirante docente solo perché inseritosi da meno tempo. Ad
ottobre, è bene ricordarlo, il Tar del Lazio aveva respinto questa eventualità.
Costringendo di fatto il ministro Gelmini ad introdurre un emendamento ad hoc
(salva code) nel decreto salva-precari.
E per il sen. Pittoni proprio sulla questione del "pettine" i giudici
avrebbero "combinato il pasticcio. Assurdo - ha sottolineato Pittoni - che
sia il tribunale a decidere la politica scolastica". La proposta della
Lega sembrerebbe allora ispirarsi, oltre al superamento della indeterminatezza
degli aspiranti, al modello in vigore nella provincia autonoma di Trento, dove,
con la finanziaria provinciale 2010, si è attribuito un punteggio aggiuntivo di
40 punti per ogni triennio di servizio prestato continuativamente in ogni
ordine di scuola della provincia fino ad un massimo di 160 punti.
Ma quali prospettive ha il Ddl di andare avanti? A livello politico il potere
della Lega è indiscusso (sullo stesso tetto del 30%, introdotto con la
circolare n. 2, c'è sicuramente un'influenza importante del partito del
senatur). Se si guarda poi alle giunte regionali, chiamate direttamente in
causa, è probabile che i favorevoli siano in leggera minoranza. Anche se almeno
due Regioni molto importanti, Lombardia e Veneto, sarebbero sicuramente
d'accordo. Come lo potrebbero essere anche alcuni sindacati, come la Uil Scuola
e la Gilda degli insegnanti, che nei mesi scorsi si sono espressi chiaramente a
favore delle code. E quindi, indirettamente, degli spostamenti interregionali.
Chi si è dichiarato subito contrario alla proposta di regionalizzare le
graduatorie è stata ovviamente l'Anief, promotrice del ricorso vincente che ha
costretto Gelmini ad emendare il dl salva-precari. "Finalmente è chiaro -
ha detto il presidente Marcello Pacifico - perché si sia mostrata tanta
ostilità al trasferimento del solo personale precario: prima si è impedita la
mobilità territoriale, poi la si è scoraggiata, ora la si vuole cancellare
insieme alle graduatorie per favorire chi risiede nelle regioni
industrializzate del Paese, oggetto di immigrazione e quindi di ampliamento dei
plessi scolastici, per buona pace dell'unità nazionale".
Secondo Pacifico la proposta della Lega sarebbe solo il primo 'atto', per
arrivare al compimento di un disegno molto chiaro: quello di realizzare
"degli albi regionali che sostituiscano le graduatorie ad esaurimento. E
pensare - continua - che alcuni precari, insieme a quasi tutti i sindacalisti,
avallano questo progetto, spesso con il vano desiderio di preservare, soltanto
per il momento, la propria posizione lavorativa a discapito della Costituzione
e della giurisprudenza".
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